Il valore dell’immobile venduto in asta si riduce in media del 40-50% rispetto al normale valore di mercato, con punte del -65-70, creando di fatto un elemento aggiuntivo di debolezza e scarsa tutela per il debitore.
La lunghezza e la complessità dei procedimenti generano costi amministrativi che pesano fino al 20-25% sul valore di realizzo dell’immobile ceduto, contribuendo ad incrementare l’incertezza sui tempi ed i valori di recupero.
L’asta immobiliare si rivela pertanto uno strumento inefficace nel salvaguardare il valore degli immobili e dei crediti, con effetti negativi sia per il debitore, che perde la casa restando comunque con buona parte del debito ancora da saldare, che per il creditore, che impiega lungo tempo per riscuotere una parte contenuta del credito e con scarse probabilità di ulteriori recuperi.
La prospettiva di perdere la casa e di far fronte al debito residuo condiziona e compromette in modo permanente l’equilibrio sia della situazione finanziaria che della vita stessa dei debitori, che si trovano spaesati e in difficoltà nel valutare con chiarezza la propria situazione e le possibili soluzioni.
Tale condizione di debolezza espone le famiglie in difficoltà ad iniziative speculative che mirano a lucrare proprio sulla perdita della casa o che promettono miracolose cancellazioni dei debiti, con il solo fine di far pagare elevate parcelle per poi proporre soluzioni irrealizzabili e dileguarsi, lasciando le famiglie in una situazione finanziaria ed emotiva ancora peggiore.