I crediti deteriorati nel post-Covid fanno ancora paura?

Cosa sono i crediti deteriorati, quali sono stati i flussi negli ultimi anni e quali gli scenari futuri.

SYHO

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16/11/2022

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IL QUADRO DEL 2008 – All’indomani della crisi finanziaria del 2008 e della crisi del debito sovrano che ha scosso l’Europa, i bilanci delle banche erano travolti dalla problematica dei crediti deteriorati. Per comprendere le dimensioni del fenomeno basti pensare che le banche europee avevano in pancia circa 1000 miliardi di NPLs e la situazione più grave caratterizzava alcuni Paesi in particolare, tra cui l’Italia.

L’Italia era tra i paesi europei la cui situazione risultava più preoccupante

DAL 2015 AD OGGI – Dopo la situazione allarmante emersa tra 2015 e 2016 tutte le banche sono corse ai ripari perché il picco del 18% (circa) del totale prestiti in sofferenza implicava un controvalore in termini assoluti, al 2015, pari a 341 miliardi collocando il Paese ad essere il maggiore detentore di NPLs in Europa. Un recente studio, condotto da Banca Ifis, riporta che l’ammontare dei crediti deteriorati, nei bilanci degli istituti di credito, raggiungerà circa il 7.8% a fine 2022. Si segnala quindi un trend in crescita ma con valori ben al di sotto del picco del 17-18% toccato negli anni precedenti. Il loro ammontare dipende indubbiamente dalla ripresa post-pandemica.

A fine 2022 l’ammontare dei crediti deteriorati nei bilanci degli istituti di credito raggiungerà il 7,8%

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